Età pensionabile 2023 e 2024: attenzione, cambia tutto

Il calcolo dell’età pensionabile è nuovamente in rifacimento e costituisce in qualche modo un vero e proprio pomo della discordia in un ambito così differenziato del sistema lavoro come quello italiano, da sempre contraddistinto da una difficoltà sempre maggiore nel poter andare in pensione per anzianità e nei ritmi e tempi prestabiliti, nel corso degli anni ci sono stati gia tanti cambiamenti ma che non sono ancora finiti.

L’età pensionabile non è da tempo l’unico modo per uscire dal mondo del lavoro ma in tutti i casi costituisce un modo essenziale per comprendere le necessità di un paese in ambito delle politiche welfare che sono ancora in alto mare ma che permetteranno di offrire delle alternative al mondo del lavoro in uscita. Cosa cambia?

Cosa è l’età pensionabile?

Si tratta di un fattore , un valore numerico che viene modificato potenzialmente ogni anno in virtù di vari cambiamenti sociali e politici dove sono presi in considerazione dati legati all’età media e le condizioni economiche di un paese. Visto le l’Italia viene considerato un paese “anziano” con una età media piuttosto avanzata da tempo sono concepite in base all’età pensionabile altre forme di pensionamento.

Ad oggi l’età pensionabile che non dovrebbe essere modificata anche in virtù del 2025 è di 67 anni che è anche il termine minimo per richiedere la pensione lavorativa indifferentemente dalla quantità di contributi accumulati, mentre la pensione anticipata più comune derivante da Quota 103 prevede la presenza di almeno 62 anni d’età e almeno 41 di contributi.

Cosa cambierà

Si da abbastanza poco in vista del 2025, probabilmente sarà confermato ancora questo termine di età pensionabile che però appare sempre più insostenibile e maggiormente problematico con una popolazione sempre più anziana e difficile allo stesso tempo da rimpiazzare senza provocare nuove discrepanze tra le generazioni. Confermate probabilmente le seguenti alternative:

  • Ape Sociale che permette di andare in pensione dai titolari di categorie specifiche come disoccupati, caregiver e altri a particolari condizioni
  • Opzione Donna che è una forma di agevolazione che consente il pensionamento anticipato

Esistono delle forme alternative a questa funzione che permettono di sviluppare un ambito diverso come la pensione anticipata standard che prevede almeno 64 anni di età e 20 di contributi a patto però di avere un assegno mensile pari ad almeno 3 volte quello minimo. Condizione non certamente raggiungibile per tutti.

Probabilmente la pensione Quota 41 sarà confermata dall’attuale governo ma è possibile l’implementazione di una versione light sulla falsariga della quota 103, anche se questo non sembra essere un rimedio duraturo ne conveniente per tutti. Soprattutto a causa di alcuni paletti che sono naturali da tenere in considerazione da varie tipologie di lavoratori.

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