Buoni fruttiferi postali: pazzesco, ecco quanto possono valere oggi

I buoni fruttiferi postali identificano qualcosa di molto “italiano”, un vero e proprio strumento di investimento per periodi di tempo relativamente lunghi che permettono una doppia funzione, “mettere al sicuro” i propri risparmi dietro la nostra scelta ma anche sviluppare una vera e propria forma di “crescita” del proprio capitale attraverso il sistema del buono.

Questi sono molto conosciuti nel nostro paese e seppur meno diffusi rispetto alle passate generazioni, sono ancora molto impiegati, anche perchè in alcuni casi possono davvero rivelarsi dei veri e propri ” tesori ” da scartare a distanza di tantissimi anni, proprio a causa del valore che continua ad aumentare nel corso del tempo. Ma quanto possono valere?

Buoni postali fruttiferi, come funzionano

I buoni fruttiferi postali sono esattamente quello che pensiamo, ossia dei buoni, sotto forma di obbligazioni simili a quelle bancarie dei titoli di stato, sostanzialmente permettono di acquistare delle “azioni” di tipo relativamente sicuro ed ottenere un guadagno progressivo. Il vantaggio dei buoni fruttiferi è molto evidente in alcune condizioni essendo di fatto gratuiti e facili da impiegare.

Esistono addirittura dalla seconda metà dell’Ottocento, nati poco dopo l’Unità d’Italia e si tratta di titoli di stato che da diversi decenni hanno diverse forme, strutture e lunghezze ma mediamente permettono un guadagno progressivo dei fondi associati al buono fruttifero di una percentuale tra il 2% ed il 2,50 % se decidiamo di attivarne uno oggi.

Quanto possiamo guadagnare?

Ma quanto possono valere quelli storici? Essendo qualcosa di molto diffuso nella storia ltaliana, sono stati particolarmente impiegati nel corso dei decenni, ed in non rari casi risultano essere “dimenticati”, questi nella maggior parte dei casi per fini legali vanno riconosciuti dallo stato italiano moderno. I buoni fruttiferi postali erano tra l’altro fino agli anni 80 non soggetti a ritenuta fiscale:

  • Possono essere sottoscritti anche per importi risibili a partire da 50 euro
  • Possono appartenere a più persone fino a quattro
  • Hanno una durata media di “rendimento” di 20 anni

Questo significa che dopo la data di scadenza un buono non genera più guadagno ma continua ad essere legalmente riconosciuto, quindi esempi di buoni fruttiferi anche molto antichi, ad esempio risalenti al periodo pre seconda guerra mondiale possono essere in molti casi riconosciuti dalle Poste e viene corrisposto il guadagno ai discendenti o ai diretti interessati se vengono ritrovati entro 10 anni.

E’ il caso di esempi come rimborsi ottenuti su esemplari degli anni 40, una signora che negli anni 40 ha ottenuto dai parenti un buono di 4 mila lire oggi ha fruttato oltre 145 mila euro. Va specificato che devono presentarsi condizioni specifiche in tal senso, ma in molti casi è possibile davvero ottenere cifre rivalutate in merito al riconoscimento del buono.

Lascia un commento