Il buono postale è una delle risorse tipiche del nostro paese negli investimenti a basso rischio, simili per certi versi al libretto postale ma con una differenza alla base che è la capacità di generare un interesse sul denaro, cosa che avviene solo in maniera molto ridotta nel caso del libretto. Il buono postale ha sempre una scadenza programmata, ma in alcuni casi può rivelarsi molto prezioso.
Esemplari di buoni postali hanno infatti permesso ai proprietari o i loro discendenti di ottenere cifre assolutamente importanti, in quanto il denaro associato effettivo complice anche l’inflazione ed altri fattori, questi sono dei veri e propri beni da investimento ed in alcuni casi sono assalutamente valevoli anche dopo molti decenni.
La storia del buono postale
Il buono postale fa parte di un gruppo di elementi che oggi rientrano nel risparmio postale: sono di fatto delle obbligazioni dello stato, gestiti dalla Cassa depositi e Prestiti come uno strumento estremamente duttile e facile da utilizzare che in Italia ha oltre 150 anni di età e di attività, sono stati concepiti come una modalità di risparmio ma anche di accrescimento degli importi.
Come ogni obbligazione il buono postale viene immesso nel contesto finanziario ed essendo garantito dallo stato genera interessi programmati, che nel caso di quelli moderni possono essere vari, ma mediamente calcolati sul 2,50 % sull’investimento lordo, a questo va applicata una pressione fiscale pari al 22 % dell’intero importo guadagnato nel corso del tempo
Quanto vale?
I buoni fiscali esistevano quindi già ai tempi dei nostri nonni, concepiti per far fruttare somme più o meno elevate, ed anche a distanza di molti anni questi possono essere riconosciuti a patto di rientrare in alcune tipiche caratteristiche, così da poter guadagnare cifre molto più elevate dell’equivalente di quelle investite. Ad esempio bisogna ricordarsi che:
- Un buono anche antico ha una scadenza che però può portare ad un guadagno sotto forma di rimborso da parte del titolare o del discendente
- Importante poter dimostrare di aver ritrovato il buono negli ultimi 10 anni
Spesso questa operazione non viene riconosciuta in modo automatico dalle Poste Italiane, esistono però professionisti ed associazioni che possono impugnare il buono come forma di strumento effettivo e valido anche molto dopo la scadenza, facendo riconoscere il potere d’acquisto iniziale maturato poi nel corso dei decenni, come evidenziato da alcuni casi specifici.
Diversi buoni risalenti a prima del 1945 infatti da importi di 500 e 1000 lire possono portare ad un guadagno di anche più di 50 mila euro se si presentano le condizioni giuste, ovviamente ogni caso è a se, ma in caso di rimborso riconoscibile il tutto viene effettivamente considerato valido, ed un vecchio titolo di stato può valere davvero tantissimo.